Anna Basso: una vita spesa con passione al fianco dei pazienti afasici

Diede un contributo insostituibile alla conoscenza della patologia in Italia e per lo sviluppo di centri specializzati nelle cure. Il suo impegno s’incontrò con quello della Fondazione: “Il Santa Lucia è un po’ la mia casa”

“Ha dedicato tutta la sua vita affinché l’afasia, questo grave problema del linguaggio e della comunicazione, fosse curata nel modo più rigoroso, scientifico ed efficace possibile”. Carmelina Razzano, a lungo Direttore del Corso di Laurea in Logopedia dell'Università di Roma Tor Vergata presso la Fondazione Santa Lucia IRCCS, ricorda così Anna Basso, Docente di Neuropsicologia all’Università di Milano e tra i fondatori nel 1994 dell’Associazione Italiana Afasici (AITA) che ha poi a lungo guidato come Presidente.

Venuta a mancare venerdì scorso, Anna Basso è stata sicuramente tra i massimi esperti a livello internazionale di questo grave disturbo del linguaggio provocato da danno cerebrale. Trasferitasi giovane a Parigi per studiare una nuova terapia contro l'afasia allora ancora pressoché sconosciuta, avvierà al suo rientro in Italia un rapporto di collaborazione sempre più stretto con la Fondazione Santa Lucia IRCCS, contribuendo allo sviluppo di una nuova scuola di terapisti e ricercatori che portò alla nascita di uno dei primi centri di neuroriabilitazione per l’afasia in Italia. “Il Santa Lucia è stato un po’ anche la mia casa” ebbe un giorno a dire. E oggi la comunità del Santa Lucia la ricorda con gratitudine e ammirazione.

È grazie anche a lei che l’IRCCS di via Ardeatina a Roma sviluppa da anni attività di assistenza e di ricerca per il trattamento dei pazienti afasici. Mi ha sempre motivato ad andare oltre – commenta la professoressa Paola Marangolo, Responsabile del Laboratorio di Ricerca sull’Afasia della Fondazione – e le novità tecnologiche utilizzate oggi nel nostro laboratorio sono la prosecuzione e la reinterpretazione di quell’approccio scientifico e innovativo all’afasia che imparai da lei tanti anni fa”.

In un intervento nel dicembre 2013 proprio presso il Centro Congressi del Santa Lucia, Anna Basso ribadiva ancora l’importanza di promuovere con ogni iniziativa la diffusione di una conoscenza più adeguata dell’afasia non solo tra il grande pubblico, ma presso gli stessi operatori sanitari: “È un disturbo ignoto non solo a chi non ha un contatto diretto con l’afasia, ma anche alle persone che dovrebbero conoscerla. Questo rende molto più difficile la vita delle persone afasiche e la difesa dei loro diritti”.

In Italia i dati epidemiologici oscillano tra i 150.000 e le 200.000 persone affette dalla patologia. L’afasia riduce, e nei casi più gravi priva della capacità di parlare e capire il linguaggio degli altri. La persona conserva la propria intelligenza, ma quando parla non controlla più il significato delle parole e quando ascolta è come se l’altro gli parlasse in una lingua straniera. Purtroppo nella persona afasica è compromessa anche la lettura, la scrittura e spesso perfino la gestualità. È  provocata da un danno cerebrale localizzato prevalentemente nell’emisfero sinistro del cervello, che non è solo sede del linguaggio, ma anche di altre facoltà cognitive. Per questo l’afasia può essere accompagnata anche da problemi di attenzione e di memoria o dall’aprassia, che ostacola l'esecuzione delle azioni nella vita quotidiana. Presso l’IRCCS Santa Lucia i protocolli di neuroriabilitazione per pazienti afasici sono condotti da logopedisti specializzati, nell’ambito delle équipe multidisciplinari dell’ospedale. Ictus, tumori cerebrali e traumi cranici sono tra le patologie più spesso all’origine del disturbo.

 

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