Guida e Alcolici: Prendere Molto Seriamente il Limite Imposto dalla Legge!

Uno studio della Fondazione Santa Lucia conferma con nuovi dati scientifici la combinazione pericolosa di alcol e guida anche a valori vicinissimi al limite di 0,5 grammi/Litro

È noto il pericolo di mettersi alla guida dopo aver assunto alcolici. Quanto sia pericoloso è invece questione su cui gli scienziati stanno ancora studiando. Si tratta di quantificare il pericolo in base a dati raccolti con metodo scientifico ed è questo il lavoro compiuto dall’équipe della dott.ssa Rita Formisano, Direttore del reparto di Neuroriabilitazione 2 e Post-Coma della Fondazione Santa Lucia, in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova.

“Abbiamo coinvolto 32 adulti in una batteria di test – spiega il dott. Umberto Bivona, Psicologo della Fondazione, che ha ideato lo studio appena concluso – analizzando la loro capacità di attenzione senza assunzione di alcolici e dopo aver raggiunto e appena sorpassato il limite imposto dalla legge in Italia”.

Il limite in Italia è fissato a 0,5 grammi per litro di sangue. Ma anche questi limiti variano molto da Paese a Paese. Si passa dall’intransigenza totale di zero grammi per litro in Russia e in molte nazioni dell’Est europeo, a limiti superiori a quelli italiani, come lo 0,8 di Regno Unito, Lussemburgo e Canada, o addirittura all’assunzione di alcol tollerata fino a 1 grammo/litro negli Stati Uniti.

I ricercatori della Fondazione Santa Lucia hanno constatato che già intorno al limite imposto dalla legge italiana, gli standard di sicurezza al volante non sono ottimali. Dopo aver assunto alcol in quantità sufficiente a raggiungere il limite di 0,5 grammi/litro e di poco superiore, calavano nelle persone sottoposte a test tutte le facoltà analizzate. Netta riduzione della velocità di reazione, della vigilanza, ovvero la capacità di mantenere alta l’attenzione su un compito monotono, dell’attenzione selettiva, che ci permette per esempio di restare concentrati su un simbolo stradale senza farci distrarre da altro o di mantenere la direzione di marcia senza essere tratti in inganno da altri veicoli. Calo particolarmente sensibile ha mostrato infine la capacità più difficile, l’attenzione divisa, che ci serve a gestire con attenzione più stimoli contemporaneamente, come guidare e ascoltare il passeggero che ci siede accanto.

“Particolarmente nella prova di attenzione divisa – spiega Umberto Bivona – i soggetti sono risultati non solo molto più lenti, ma anche imprecisi nel selezionare gli stimoli a cui rispondere. Nella prova di attenzione selettiva conservavano invece la capacità di dare risposte accurate, ma anche qui a spese del tempo, come del resto nelle altre due capacità messe sotto esame”.

Lo studio, pubblicato ora sulla rivista scientifica Archives Italiennes de Biologies, segue altre ricerche condotte in precedenza dall’équipe della dottoressa Formisano, concentrate invece sulla sicurezza di guida in pazienti reduci da esperienze di coma. Anche su questo specifico gruppo di persone, gli studi hanno portato a constatare un rischio circa tre volte superiore al normale. La conclusione è d’obbligo: per tutti, prudenza e sobria responsabilità.