Viaggio tra i volontari impegnati con i pazienti della Fondazione Santa Lucia IRCCS
Qualcuno lo fa da oltre vent’anni, da quando “non c’era ancora il nuovo ospedale”. Qualcuno ha appena iniziato, e con il proprio gruppo sta ancora scoprendo la realtà quotidiana delle Fondazione Santa Lucia. Ma tutti hanno nella voce un entusiasmo speciale, dal quale si viene immediatamente contagiati ascoltando i loro racconti.
Sono i Volontari del Santa Lucia, un vero e proprio esercito silenzioso di persone di tutte le età che per motivi e storie diverse hanno deciso di donare agli altri un bene che al giorno d’oggi è diventato sempre più prezioso: il tempo.
Che si tratti di membri di un’associazione laica, di un nucleo di ispirazione religiosa o di singoli individui, tutti sono accomunati da un obiettivo: sostenere i pazienti e le loro famiglie nel loro percorso durante la degenza, affiancando con il loro contributo umano quello clinico e terapeutico. E in molti casi, questo tratto di strada fatto insieme dura anche al di fuori delle mura dell’Ospedale.
Lo conferma Silvana, storica coordinatrice dei volontari AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, che spiega come “in reparto trascorriamo del tempo con i pazienti, supportandoli in attività per le quali siamo specificamente formati, come l’alimentazione. Ma anche dopo il ricovero, cerchiamo di aiutare pazienti e famiglie attraverso la nostra rete nella gestione di aspetti concreti della vita quotidiana come il ritiro dei farmaci o l’accompagnamento alle terapie”.
All’organizzazione strutturata delle attività di alcune associazioni si unisce però anche l’iniziativa individuale, come quella di Donatella, veterana del volontariato del Santa Lucia e anima della biblioteca dell’Ospedale dedicata ai pazienti: “Un’idea nata per caso più di vent’anni fa, quando dopo quarant’anni di lavoro in una casa editrice, ho deciso di mettere la mia esperienza e la mia grande passione al servizio di chi sta attraversando un momento di difficoltà”. Ogni martedì, Donatella fa il giro nei Reparti per raccogliere personalmente le scelte di libri dei pazienti estratte da un ormai ampio catalogo. Racconta che “non si tratta solo di consegna e ritiro. Mi piace fare una chiacchierata con il paziente sul libro che sta per iniziare o ha completato, scambiarci opinioni e impressioni. Leggere fa sempre bene all’anima, quando si è in condizioni di debolezza, ancora di più”.
C’è poi chi ha maturato un’esperienza specifica nell’assistenza a particolari tipologie di pazienti, come testimonia il lungo corso delle attività dei membri della Federazione AITA – Associazioni Italiane Afasici, dagli anni Novanta vicini ai pazienti con afasia e ai loro caregivers. “Sul fronte dell’assistenza medica e terapeutica il supporto ai pazienti afasici è molto complesso perché richiede l’intervento di diversi specialisti. L’impegno dei nostri volontari - spiega Gianna Ruzzon, Vice Presidente dell’AITA Lazio - è di affiancarla con attività che consentano a questi pazienti di vivere la loro quotidianità nel modo migliore possibile e, soffrendo un disturbo acquisito del linguaggio, di essere coinvolti nell’esperienza di diverse modalità espressive. Abbiamo laboratori di fotografia, disegno, pittura. Da circa quattro anni è attivo il nostro coro, che ormai partecipa a diverse manifestazioni durante l’anno”.
L’ispirazione musicale ricorre anche in un contesto diverso: quello degli appuntamenti pomeridiani nell’Area Bar con i piano men Sergio, Alfonso, Pippo, Enrico, Fabio, Stefano che con il loro repertorio di melodie intrattengono i pazienti, coinvolgendo anche alcuni di loro nel canto. “La musica da sempre una bella emozione e a volte aiuta anche a farsi coraggio nell’affrontare le difficoltà della vita, come la malattia. Molti pazienti fanno vere e proprie richiesta musicali, a volte tutti insieme si sforzano di cantare e seguire la musica – racconta Alfonso – e quando stiamo per andare via ci chiedono quando è il prossimo appuntamento: una bella gratificazione per noi”.
A due passi dal Bar c’è la Cappella, attorno alla quale ruota l’universo dei gruppi di volontariato di ispirazione cattolica, coordinati da un impegnatissimo Don Gilberto, cappellano del Santa Lucia, che con straordinaria dedizione affianca alla celebrazione della Messa e agli altri appuntamenti religiosi l’organizzazione di visite culturali, incontri di dialogo con i pazienti, concerti e, in questo periodo, tombolate natalizie. A lui fanno riferimento i Volontari della Legio Mariae, che si riuniscono una volta a settimana dividendosi i compiti di ascolto, accompagnamento alla Messa e vicinanza ai pazienti e ai loro familiari. “Si sta con i malati per guarire dall’illusione di essere sani” commenta Franco, spiegando quanto l’esperienza accanto i pazienti rappresenti per il gruppo una forma di arricchimento e crescita personale. Gli fa eco Angelo, membro dei Volontari della Domenica, presenti in Fondazione sempre in corrispondenza delle messe domenicali e festive. “Ero portantino al Santa Lucia molti anni fa e ho voluto tornarci da volontario con la speranza di poter sostenere chi si trova in ospedale anche attraverso la mia fede. Ci guida l’amore per i pazienti e la felicità che arriva a noi dallo star loro vicini”.
Per la vicina Parrocchia SS. Annunziata, dal 2010, in Fondazione sono impegnati anche i volontari Caritas: “Parliamo con il personale dei reparti che ci segnala le persone più sole o con maggiore bisogno di ascolto - spiega Lelio, responsabile del gruppo – e cerchiamo di far sentir loro la nostra vicinanza, aiutandole anche in qualche piccola esigenza personale. A volte ci troviamo in contatto anche con persone poco abbienti, e anche dopo il ricovero le supportiamo fornendo loro del vestiario, coerentemente con la Mission della Caritas. Nel nostro gruppo – aggiunge Lelio - ci sono persone provenienti da mondi diversi: impiegati, insegnanti o anche casalinghe. Tutti desiderano contribuire ad alleviare, per quanto possibile, le sofferenze di chi vive un disagio”.
Anche la ‘formazione’ degli ultimi arrivati in ordine di tempo – Insieme per Te Onlus – raccoglie esperienze diverse tra loro, guidate dal Presidente dell’Associazione Vincenzo Saraceni, verso l’obiettivo di fornire una qualificata assistenza socio-sanitaria. L’esperienza al Santa Lucia è iniziata da poche settimane, dopo una sessione formativa dedicata alla conoscenza della struttura e della sua organizzazione. “Attraverso strade diverse veniamo tutti dal volontariato ospedaliero – spiega la Vice Presidente Valentina Pica – che negli ultimi anni, per la contrazione dei tempi di degenza, si è molto trasformato. Al Santa Lucia, dove i ricoveri sono necessariamente più lunghi, stiamo iniziando a sperimentare una dimensione diversa del rapporto con il paziente, con il quale riusciamo a instaurare una relazione fatta di ascolto ed empatia più duratura”. Una relazione che restituisce valore anche al volontario. “Il volontariato ti cambia, è una psicanalisi perfetta – racconta Valentina - aiuta a collocare se stessi e il proprio ego al posto e nella dimensione giusta. Ma non deve mai sostituire qualcosa, altrimenti non si resiste alle difficoltà. Dev’essere una spinta che viene da dentro, quella che ci permette, anche solo con un sorriso, di fare breccia nelle persone anche quando la condizione che vivono le porta ad essere, in quel momento, chiuse e diffidenti”.
Veri e propri campioni del sorriso sono i colorati volontari di V.i.p. Clown, i più amati dai bambini. “Vivere In Positivo” è il loro motto e regalare momenti di leggerezza ai pazienti la loro missione. Tra loro ci sono volontari dai 19 agli 80 anni, con vissuti diversi e tanta voglia di donare. “Con gag, micromagie e canzoncine ci rivolgiamo a tutti coloro che stanno attraversando un momento di sofferenza. Il buonumore non ha età e scalda tutti i cuori. E a noi – spiega Silvia, Presidente di V.i.p. Roma, in arte “Zorra” - quel ‘brilluccichio’ negli occhi di chi a volte non può parlare, i sorrisi nelle persone che pazientemente attendono miglioramenti e guarigione, la leggerezza che si crea in quei momenti in cui la stanza si colora e tutti insieme ‘viviamo in positivo’, da l’energia per continuare a portare il nostro impegno in ogni luogo dove qualcuno soffre”.
A tutti loro va un sincero ‘grazie’ dalla Fondazione Santa Lucia, per la costanza e l’attenzione con la quale giorno dopo giorno, accanto a tutti i nostri operatori fanno il loro meglio per rendere l’Ospedale un luogo di straordinaria umanità, senza la quale non esiste alcuna possibilità di cura.
Per informazioni e adesioni alle attività di volontariato è possibile scrivere a info@hsantalucia.it