Confermata la sua utilità clinica con pazienti post-ictus e la Simfer premia il progetto
È uno degli strumenti più utilizzati in riabilitazione e nella vita quotidiana di persone con difficoltà di movimento. Pensate che i primi brevetti si registrarono in Inghilterra e Stati Uniti tra il 1949 e il 1953. Eppure fino ad oggi i deambulatori sono rimasti poco utilizzabili per pazienti post-ictus. Il problema? Persone con una metà del corpo colpita da paralisi non riescono a spingere il deambulatore in modo uniforme. Rischiano così di farlo ruotare su se stesso e muoversi con lui in cerchio, quando non subentrano effetti che espongono la persona al rischio di cadute.
Da questo problema è nato I-Walker, un deambulatore intelligente sviluppato dagli ingegneri del Politecnico della Catalogna in Spagna e a lungo testato negli ultimi tre anni da un gruppo di medici e ricercatori della Fondazione Santa Lucia Irccs. L’intelligenza di I-Walker è riposta nei suoi sensori e nei suoi motori, come ormai la robotica ci ha abituato da tempo anche in riabilitazione. Grazie a questi strumenti a bordo, I-Walker riesce a correggere i difetti di spinta della persona che lo sta utilizzando, dosando così la forza applicata alle sue ruote.
Lo studio nato dalla sperimentazione clinica di I-Walker presso la Fondazione Santa Lucia, che è anche stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Journal of NeuroEngineering and Rehabiliation, ha dimostrato che l’utilizzo di I-Walker in pazienti colpiti da forme lievi di ictus, favorisce il recupero sia dell’equilibrio che del movimento.
La sperimentazione ha suscitato interesse durante l’ultimo Congresso della Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (Simfer), che si è tenuto a Bari dal 23 al 26 ottobre. La Simfer ha conferito il proprio premio Giovani Ricercatori a Giovanni Morone, Fisiatra under 40 e primo autore dello studio: “I riscontri positivi ottenuti usando I-Walker dimostrano che la robotica in riabilitazione non va vista solo alla luce delle grandi tecnologie come gli esoscheletri o i sollevatori che facilitano la camminata. A seconda della patologia, uno strumento tanto scontato come un deambulatore, che ha dimensioni e costi molto più ridotti, con opportuni aggiornamenti tecnologici può essere invece il giusto grimaldello per la riabilitazione di specifiche categorie di pazienti”.
Dotato di un sistema di guida e controllo personalizzato, che fornisce la quantità di aiuto necessaria nei vari spostamenti in completa sicurezza, l’I-Walker non esaurisce la propria funzione in ambito ospedaliero. “Rappresenta sicuramente un valido elemento per incrementare le autonomie e favorire l’integrazione della persona disabile in contesti socio-familiari, riduce il carico assistenziale di chi assiste la persona e migliora la prestazione motoria” – ci spiega la dottoressa Roberta Annicchiarico, tra i principali autori dello studio e responsabile del Laboratorio di Tecnologie e Metodologie Formative per l’Assistenza alla Disabilità.
Oltre che nella pratica clinica all’interno della Fondazione Santa Lucia Irccs, numerosi sono i progetti finanziati dalla Commissione Europea che hanno supportato lo sviluppo di questo strumento tecnologico.
Giovanni Morone, Roberta Annicchiarico, Marco Iosa, Alessia Federici, Stefano Paolucci, Ulises Cortés, Carlo Caltagirone, Overground walking training with the i-Walker, a robotic servo-assistive device, enhances balance in patients with subacute stroke: a randomized controlled trial, in Journal of NeuroEngineering and Rehabiliation, Epub 26 maggio 2016.