Let's Fly - La mostra fotografica celebra lo sport

La Fondazione Santa Lucia IRCCS ospita la mostra fotografica "Let's Fly" dedicata allo sport per persone con disabilità

La Fondazione Santa Lucia IRCCS e Giovani e Tenaci ASD sono lieti di accoglierla alla mostra "Let's Fly" realizzata grazie alle fotografie di Lorenzo Foddai e alla collaborazione con gli atleti della squadra di basket in carrozzina. 

 

1. La mostra ha inizio dalla persona: non c'è grinta, desiderio o sport che non parta dal desiderio della persona di superare i propri limiti. La disabilità, dovuta ad un trauma, un incidente, una malattia, è il punto di partenza di "Let's Fly". Per questo volo si inizia dalla parte più alta della rampa e si scende verso la palestra di basket. 

 

2. La preparazione è una trasformazione che porta la persona a divenire un'atleta e a confrontarsi con il mondo, qualsiasi sia lo sport e l'avversario con cui dovrà gareggiare, soprattutto se questo avversario è se stesso.

 

3. Il campo da gioco è il palcoscenico sul quale prende vita l'atleta, uno spazio dedicato a lui, ai suoi compagni e al suo sport. Importante che questo campo si trovi all'interno di un ospedale, perché tutti possano avere accesso a questa possibilità.

 

4. La forza del gioco di squadra: il tentativo di fermare un'azione, di segnare il punto, è il frutto coordinato di tante menti e corpi che devono agire come un sol uomo per arrivare al risultato.

 

5. Il gioco non si ferma, come la vita: bisogna arrivare al risultato, al canestro, riconquistare il campo. Anche in ospedale, in un percorso di neuroriabilitazione, l'importante è non fermarsi e non cedere, con l'aiuto di tutta l'equipe medico-sanitaria e ritrovare il massimo della propria autonomia. 

 

6. Il percorso è denso di difficoltà e ostacoli, ma se si cade ci si rialza. L'obiettivo è superare sempre se stessi e migliorare con l'aiuto dei compagni e dell'allenatore. Della squadra. 

 

7. La rinascita va trovata prima di tutto in se stessi e si fonda sulla ricerca della propria originalità e identità. La squadra farà sempre il tifo per te, sarà sempre sullo sfondo a dare grinta e forza: "Let's Fly!"

 

8. Il rapporto è tra il singolo e il gruppo per diventare una cosa sola. Come un'orchestra in cui ogni elemento accompagna il vicino, con chi guida e chi segue e un direttore: l'allenatore. 

 

9. Ma è anche il sorriso e l'amicizia che si scatena tra i compagni di squadra, la voglia di aiutarsi e di rendere il percorso fatto assieme il migliore possibile. Lo sport vuol dire avere questa relazione anche con gli avversari con cui si condivide una passione. 

 

10. C'è anche l'incoraggiare del più esperto, che mette a disposizione del più giovane l'esperienza della vita vissuta, delle partite giocate, perse e vinte. Quest'alleanza è fondamentale anche in ospedale: tra medico e paziente. Anche tra i pazienti: chi è al termine del percorso di neuroriabilitazione consiglia e aiuta chi lo inizia. 

 

11. Così pian piano si inizia a volare.

 

12. Si attende il fischio di inizio per iniziare l'allenamento, cominciare a muoversi, riscaldarsi, provare le azioni e trovare l'armonia del gruppo.

 

13. È una ricerca di equilibrio tra la forza di gravità e il rimbalzo che ci riporta la palla in mano, che ci fa tornare padroni del gioco. 

 

14. La storia che ci ha portati sul campo da gioco non conta: ora è il momento di allenarsi, di provare movimenti e schemi. Siamo tutti parte della squadra.

 

15. A chi andrà la palla? Chi porterà l'azione? L'attesa è un istante in cui il gioco ferma il fiato prima che la traiettoria del passaggio sia evidente e si torni a seguire la strategia e a completare l'azione. Sempre tutti insieme, coordinati, includendo gli altri con un  passaggio, potendo contare su di loro. 

 

16. La grinta non resta solo in campo, resta addosso, è contagiosa, dona forza alla vita di tutti i giorni e permette di affrontare le sfide.

 

17. Ma se si gioca insieme, se ci si allena con grinta, se si superano i propri limiti: arriva la vittoria! L'avversario è necessario per confrontarsi, è un elemento fondamentale per migliorare se stessi e la squadra. Vincendo si festeggia, perdendo si impara, sempre con rispetto. 

 

18. La gioia della vittoria va condivisa, il sorriso non è per se stessi, ma per gli altri, anche per chi non era in campo ma era lì, pronto a dare il massimo per sostenere l'atleta. Allo stesso modo l'infermiere, il medico e tutto il personale sanitario condivide la gioia del successo di un percorso di neuroriabilitazione. 

 

19. Ci sono anche gli amici, i familiari, i tifosi! Persone che hanno portato l'atleta alla vittoria, magari sostenendolo nelle sconfitte, donandogli la forza di superare i propri limiti e arrivare al traguardo. 

 

20. Per questo volo siamo scesi, la palestra è vicina, bisogna essere pronti alla sfida. Ma tutto questo ci permette di guardare in alto, oltre l'orizzonte: Let's Fly

 

21. Tutto questo avviene in campo, ma anche in ospedale: il paziente è l'atleta, la sfida è il ritorno alla propria vita, la squadra siamo tutti noi che sosteniamo le persone con lesioni del sistema nervoso nel loro percorso di neuroriabilitazione. Grazie per essere parte di questa squadra.