In onda la campagna promossa dalla Fondazione Santa Lucia e sostenuta da RAI per il Sociale, per divulgare i successi della ricerca in neuroscienze e l’evoluzione delle terapie di neuroriabilitazione, disciplina ospedaliera dedicata alle lesioni del sistema nervoso.
La ricerca in neuroscienze ha trasformato le possibilità di cura per le persone con una lesione del sistema nervoso, creando terapie di neuroriabilitazione per patologie fino ad alcuni anni fa ritenute intrattabili. La Fondazione Santa Lucia IRCCS sta promuovendo una campagna, sostenuta da RAI per il Sociale, per informare le persone sulle possibilità offerte dalla neuroriabilitazione per tornare ad una vita autonoma dopo una lesione del sistema nervoso.
La ricerca e l’applicazione alle cure dei pazienti delle nuove tecnologie sono alla base del successo delle terapie. Attraverso tecnologie come le interfacce tra il cervello e il computer, la robotica, la stimolazione del sistema nervoso (magnetica o elettrica), l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale la neuroriabilitazione è oggi una disciplina ospedaliera evoluta e capace di offrire risultati misurabili. Ad esempio, l’utilizzo di un’interfaccia cervello computer, sviluppata presso il Santa Lucia IRCCS e da oltre 5 anni inserita nei percorsi di cura post-ictus dell’ospedale, permette un recupero del 30% superiore di un arto emiplegico, un dato confermato da studi pubblicati su riviste internazionali.
La neuroriabilitazione, destinata a lesioni severe del sistema nervoso che comportano compromissioni gravi dell’autonomia, è una componente distinta del più generico ambito della riabilitazione. Definire correttamente le discipline ospedaliere significa aiutare le persone a scegliere il percorso più appropriato e più rispondente alle aspettative. Attraverso la neuroriabilitazione è possibile intervenire, a seguito della stabilizzazione del paziente, su patologie gravi come ictus cerebrale (ischemico od emorragico), traumi cranici, lesioni del midollo spinale che, specie se incomplete, posso trarre grande beneficio da questa disciplina ospedaliera, malattie neurodegenerative come Sclerosi Multipla e Parkinson, sindromi rare di tipo neurologico come la Guillain-Barré e altre patologie, incluse le malattie genetiche e le lesioni infantili del sistema nervoso.
In questo momento storico è particolarmente importante per le persone che si ritrovano ad affrontare improvvisamente una situazione di emergenza causata da un incidente, un ictus cerebrale o una malattia, sapere qual è la strada migliore per incrementare le possibilità di recupero proprie o dei propri cari. L’emergenza Covid-19 ha mutato in maniera radicale l’assistenza sanitaria nel nostro paese, impattando su tutte le specialità mediche e, tra queste, in particolare sui percorsi di neurologia. Come emerso da diversi studi scientifici tra cui “The Baffling Case of Ischemic Stroke Disappearance from the Casualty Department in the COVID-19 Era.”, recentemente pubblicato sulla rivista European Neurology (Morelli N. et al.), la pressione del Covid-19 sul Servizio Sanitario Nazionale italiano ha prodotto una riduzione degli accessi per ictus ai reparti di terapia intensiva, come le Unità di Terapia Neurovascolare, tra il 45 e il 50%.