Umberto Bivona e Alberto Costa

Quando il cervello non “sente” l’Altro

“Empatia, danno cerebrale, ricostruzione del sé”: un libro per affrontare basi teoretiche e pratica clinica del deficit di empatia in pazienti con grave danno cerebrale

L’empatia, ossia la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, è quella capacità che permette all’essere umano di adattarsi al proprio ambiente sociale. Nel caso di un grave trauma cerebrale anche questa capacità può andare persa né più né meno della capacità di movimento o delle capacità cognitive del soggetto, quali il linguaggio, la memoria, l’attenzione. Ne consegue una “disabilità” emotiva e comportamentale che si traduce in facile irritabilità, aggressività, disinibizione verbale e sessuale.

“Nei casi più gravi – spiega il Dott. Umberto Bivona, Psicologo della Fondazione Santa Lucia Irccs – ci troviamo davanti a famigliari che stentano a riconoscere ancora il proprio caro. Mogli che ci confessano sconsolate ‘non è l’uomo che ho sposato’ o madri che ci dicono ‘questo non è il figlio che ho cresciuto”.

Umberto Bivona è insieme ad Alberto Costa il curatore di “Empatia, danno cerebrale, ricostruzione del sé”, apparso in questi giorni in libreria per i tipi di Armando Editore. Un libro che raccoglie i contributi di ricercatori e clinici, con l’obiettivo di mettere a sistema le basi neurobiologiche e comportamentali dei processi empatici e affrontare nella sua complessità gli aspetti neuroriabilitativi del trattamento del paziente con trauma cerebrale.

“Sensibilizzare il paziente al mondo dell’altro – ci spiega il Prof. Alberto Costa, Responsabile del Laboratorio di Neuropsicologia Traslazionale della Fondazione Santa Lucia e Professore Associato dell’Università Niccolò Cusano di Roma – può diventare una necessità fondamentale del piano riabilitativo con benefici non solo per la sua futura qualità di vita. Il recupero delle capacità di empatia del paziente può aiutare gli stessi familiari a elaborare il sentimento di angoscia e straniamento direttamente conseguente alla relazione con una persona che ‘non è più quella che era prima della malattia”.

Il libro nasce soprattutto dalla volontà di mettere a disposizione informazioni utili alla pratica clinica. Si basa su numerose osservazioni raccolte dai curatori dell’opera in più di vent’anni di esperienza e che riguardano non solo il paziente, ma anche e talvolta soprattutto i suoi famigliari. “Nel libro – sottolinea Umberto Bivona - abbiamo anche discusso testimonianze dirette e aspetti clinici, visti proprio dal punto di vista del paziente e dei suoi familiari. Crediamo che questo possa dimostrarsi un contributo particolarmente utile e originale, perché tocca un nodo cruciale nella presa in carico del danno cerebrale”.

Il volume si divide in due parti. Nella prima vengono trattati gli aspetti teorici e metodologici dell’empatia. Si spazia dall’analisi dei circuiti cerebrali responsabili della capacità empatica e la loro osservazione attraverso le neuroimmagini, agli aspetti cognitivi secondo la Teoria della Mente nel paziente con grave cerebrolesione acquisita. Un capitolo, scritto dalla Dott.ssa Rita Formisano, Responsabile dell’Unità Post-Coma della Fondazione Santa Lucia – è dedicato anche al trauma cranio-encefalico grave con disordini della coscienza. La prima parte del volume si chiude con la trattazione dei diversi aspetti metodologici e i correlati neuropsicologici dell’empatia.

Nella seconda parte dell’opera dominano gli aspetti clinici e riabilitativi del deficit di cognizione sociale con analisi neuropsicoterapeutiche basate sull’esperienza specifica di gruppi relazionali, testimonianze di pazienti e caregivers, descrizione di setting riabilitativi e analisi degli effetti diretti sulla famiglia del disturbo di empatia del paziente.

Sicuramente il volume ha il merito di sottolineare l’importanza della riabilitazione neuropsicologica del paziente con esiti di una grave cerebrolesione acquisita. Spesso la sua presa in carico si traduce nel trattamento delle conseguenze cognitive del danno cerebrale. Il volume accende i riflettori sugli aspetti emotivi e comportamentali che attraversano la personalità, le relazioni sociali e affettive e tutto il percorso neuroriabilitativo.