Fondazione Santa Lucia - Progetto Enigma

Studio “Enigma” sul Disturbo Ossessivo Compulsivo

Oltre 3 mila soggetti osservati e 25 istituti di ricerca coinvolti per conoscere le anomalie cerebrali alla base della patologia

Pazienti adulti, affetti da Disturbo Ossessivo Compulsivo hanno un ridotto volume dell’ippocampo, centro cerebrale chiave per l’apprendimento e la memoria, e un’ipertrofia del nucleo pallido, struttura cerebrale profonda che regola il movimento ed è coinvolta negli schemi ripetitivi che attua il soggetto malato. L’ipertrofia del nucleo pallido è inoltre più pronunciata nei soggetti nei quali il disturbo è insorto fin dall’infanzia, suggerendo così che l’entità dell’anomalia dipenda anche dal tempo intercorso dall’insorgere della patologia.

Sono questi i principali risultati ottenuti da uno studio del Consorzio internazionale Enigma che ha coinvolto in tutto 25 istituti di ricerca a livello internazionale e 65 scienziati, tra i quali Gianfranco Spalletta, Responsabile del Laboratorio di Neuropsichiatria della Fondazione Santa Lucia Irccs, e i ricercatori del suo team, Fabrizio Piras e Federica Piras.

I risultati dello studio Distinct Subcortical Volume Alterations in Pediatric and Adult OCD: A Worldwide Meta- and Mega-Analysis, recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista statunitense The American Journal of Psychiatry, sono particolarmente significativi per il numero di soggetti coinvolti. I ricercatori hanno infatti studiato complessivamente gli esami di risonanza magnetica cerebrale di bambini e adulti affetti da Disturbo Ossessivo Compulsivo per un totale di 1.830 pazienti e 1.759 soggetti neurologicamente sani. “Nello studio dei disturbi ossessivi compulsivi – spiega il dottor Fabrizio Pirasuno dei principali problemi è sempre stato rappresentato dalla scarsa riproducibilità dei risultati, dovuta all’esiguo numero di pazienti arruolati nei singoli studi e alle differenze nelle tecniche di analisi tra uno studio e l’altro. ENIGMA-OCD offre ora alla comunità scientifica un’analisi su vasta scala, in cui tutti i centri di ricerca coinvolti hanno lavorato con i medesimi criteri”.

I ricercatori hanno potuto anche rilevare differenze nelle anomalie cerebrali tra bambini e adulti affetti dal disturbo e questo risultato suggerisce che tali anomalie cambino nel tempo e in funzione della durata della malattia. “Nel complesso – osserva la dottoressa Federica Piras i risultati potrebbero riflettere il cosiddetto fenomeno ‘use-it-or-lose-it’. In pratica l’encefalo tenderebbe a conservare operative solo le cellule che si trovano all’interno di circuiti molto attivi. I bambini affetti da disturbi ossessivi complessivi tendono per esempio ad avere un talamo più voluminoso rispetto ai soggetti neurologicamente sani, suggerendo un’alterazione della maturazione cerebrale”.

Il Disturbo Ossessivo Complessivo ha carattere evolutivo ed è caratterizzato da paure e pensieri irragionevoli (le ossessioni) e comportamenti ripetitivi (le compulsioni). I sintomi possono manifestarsi sin dall’infanzia o esordire nell’età adulta. Negli ultimi trent’anni, gli studi hanno suggerito la presenza di anomalie cerebrali in circuiti implicati nell’elaborazione cognitiva ed emozionale. Lo studio del Consorzio ENIGMA apre ora nuove vie alla comprensione delle diverse strutture cerebrali coinvolte e offre indicazioni per lo sviluppo di approcci terapeutici più specifici.